L’arco di Porta Furba è il maggiore arco degli acquedotti fatti costruire da Papa Sisto V (Felice Peretti) ed è datato 1585. Sotto le sue volte scorre la Via Tuscolana, importante strada di comunicazione che collegava Roma alla campagna collegando l’area di Tor Fiscale con Via del Mandrione. Il Papa, nell’occasione, si ispirò agli antichi architetti romani che erano soliti erigere arcate monumentali nell’attraversamento di importanti vie di comunicazione. È costruito con blocchi di peperino, porta negli angoli le insegne araldiche papaline ed è valorizzato da due iscrizioni in latino una rivolta verso Roma:
SIXTUS V PONT. MAX. – PLURES TANDEM AQUARUM SCATURIGINES INVENTAS – IN UNUM COLLECTAS LOCUM SUB TERRANEO DUCTU – PER HUNC TRANSIRE ARCUM E SE FUNDATUM – CURAVIT AN MDLXXXV PONTIFIC. I;
l’altra verso la campagna:
SIXTUS V PONT. MAX. – QUO FONTIBUS RESTITUTIBUS – DESERTI URBIS INTERUM HABITARENTUR COLLES AQUAS UNDIQUE INVENIENDAS MANDAVIT – AD. MDLXXXV PONTIFIC. I.
Le chiavi di volta riproducono teste di leone che, come le cornici di imposta degli archi, sono in travertino. Il nome Furba molto probabilmente deriva dalla vicinanza degli antichi acquedotti che nel Medioevo presero il nome ad formas. Altra versione, meno accreditata, riconduce l’origine ai frequenti atti di brigantaggio che avvenivano in quella zona (dal latino fur=ladro). Più recentemente questo territorio è stato campo di sosta della divisione del Generale Angioletti che nel 1870 ha sferrato l’attacco a Porta Pia.