Riccardo Morandi progettò e realizzò negli anni della crescita urbanistica del secondo dopoguerra un edificio polifunzionale, che ospita negozi, magazzini, case e un imponente cinema. Oggi il cinema è in totale abbandono e cosi le strutture commerciali, sembra in attesa di futuri sviluppi residenziali o commerciali, rischiando di modificare una struttura architettonica certamente di interesse storico, oltreché la vita stessa del quartiere. Una grave ferita nel quartiere, che oggi non è più servito da un cinema.
Il Cinema e l’intera struttura è stato oggetto fino ad oggi di molte battaglie di cittadini per impedirne le modifiche di uso ed anche per tutelare l’opera architettonica di un maestro come Morandi.Ormai da anni l intera struttura è in attesa di una pericolosa trasformazione.
“In un quartiere densamente abitato, caratterizzato da un’intensa espansione, l’edificio determina una piazza, un importante vuoto urbano nel quartiere saturo di tessuto. La polifunzionalità dell’edificio è chiaramente evidenziata da elementi articolati tra loro indipendenti e distinguibili. Il blocco di residenze, rigorosamente seriale e compatto nella zona superiore, si sovrappone al cinema che, attraverso le grandi finestre e le scale portate in facciata, ne denuncia la funzione pubblica.
Al piano interrato sono presenti magazzini e locali di servizio. La facciata è quindi caratterizzata da un’ampia vetrata a cui si sovrappone la zona residenziale, una massa decentrata che sbilancia asimmetricamente la facciata. La finestra centrale che si affaccia sull’ingresso svela ed evidenzia la struttura come elemento principale e caratterizzante fortemente la qualità estetica dell’edificio. La soluzione strutturale scelta per la realizzazione delle fondazioni, per la copertura dell’androne, della galleria e del telaio dell’isolato residenziale, è stata la tecnica della precompressione del cemento armato. La struttura dell’originario cinema teatro, attualmente riadattato a multisala, era costituita da sei grandi portali lamellari precompressi e rastremati che, dall’ingresso al boccascena, delimitavano longitudinalmente il grande salone mentre sorreggevano il blocco delle residenze sovrastanti. La finestra centrale che si affaccia sull’ingresso svela ed evidenzia la struttura come elemento principale e caratterizzante fortemente la qualità estetica dell’edificio. La soluzione strutturale scelta per la realizzazione delle fondazioni, per la copertura dell’androne, della galleria e del telaio dell’isolato residenziale, è stata la tecnica della precompressione del cemento armato. La struttura dell’originario cinema teatro, attualmente riadattato a multisala, era costituita da sei grandi portali lamellari precompressi e rastremati che, dall’ingresso al boccascena, delimitavano longitudinalmente il grande salone mentre sorreggevano il blocco delle residenze sovrastanti. La finestra centrale che si affaccia sull’ingresso svela ed evidenzia la struttura come elemento principale e caratterizzante fortemente la qualità estetica dell’edificio. La soluzione strutturale scelta per la realizzazione delle fondazioni, per la copertura dell’androne, della galleria e del telaio dell’isolato residenziale, è stata la tecnica della precompressione del cemento armato.
La struttura dell’originario cinema teatro, attualmente riadattato a multisala, era costituita da sei grandi portali lamellari precompressi e rastremati che, dall’ingresso al boccascena, delimitavano longitudinalmente il grande salone mentre sorreggevano il blocco delle residenze sovrastanti. era la tecnica della precompressione del cemento armato”. La struttura dell’originario cinema teatro, attualmente riadattato a multisala, era costituita da sei grandi portali lamellari precompressi e rastremati che, dall’ingresso al boccascena, delimitavano longitudinalmente il grande salone mentre sorreggevano il blocco delle residenze sovrastanti. era la tecnica della precompressione del cemento armato. La struttura dell’originario cinema teatro, attualmente riadattato a multisala, era costituita da sei grandi portali lamellari precompressi e rastremati che, dall’ingresso al boccascena, delimitavano longitudinalmente il grande salone mentre sorreggevano il blocco delle residenze sovrastanti.
(fonte https://architectuul.com/architecture/cinema-maestoso)
Il lavoro di Morandi definisce, insieme a quello di altri maestri come Nervi, Luccichenti e Moretti, una vera e propria linea di ricerca sulla forma della struttura come protagonista della forma dell’architettura, e si è concretizzata proprio nel quartiere Appio latino.